mercoledì 27 novembre 2013

Parabola




PARABOLA DEL GIUDICE E DELLA VEDOVA






Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai : " In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva : " Fammi giustizia contro il mio avversario ".



Per un po' di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: " Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi ".








E il Signore soggiunse :" Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto.




E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente.




Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? ".

Lc 18,1-8















sabato 23 novembre 2013

Gesù il mio Re




CRISTO RE DELL'UNIVERSO































Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fin dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome. Mi ha detto: " Mio servo tu sei sul quale manifesterò la mia gloria ".

Ecco, il mio servo avrà successo, sarà innalzato, onorato, esaltato grandemente. Come molti si stupirono di lui - tanto era sfigurato per essere d'uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell'uomo - così si meraviglieranno di lui molte genti; i re davanti a lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai ad essi raccontato e comprenderanno ciò che non avevano mai udito.


E' cresciuto come un virgulto davanti a Dio e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo di dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non aveva alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprà la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini perché ha consegnato se stesso alla morte.
Is 42,1-5  52,13










giovedì 21 novembre 2013

Parabola




PARABOLA DEL SEMINATORE







Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare.





Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca; là si pose a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia.






Egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse:
"Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava,una parte cadde sulla strada; vennero gli uccelli e la divorarono. 








Un'altra parte cadde in luogo sassoso dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò.







Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono.





Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta.





Chi ha orecchi intenda ".







Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: "Perché parli loro in parabole? 
Egli rispose: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza, e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.








Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedano, e pur udendo non odano e non comprendano. Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono.








In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono.








Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.






Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato.




Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto



Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta ".
Mt 13,1-17